Da ieri è iniziata la tanto attesa Fase 2 del lockdown. Riaprono alcune attività, i ristoranti e i bar potranno effettuare sia asporto che take-away. Cosa importante, si potranno vedere congiunti e affetti stabili e si potrà fare sport all’aperto, purché individualmente e con l’obbligo di mascherine e distanziamento in caso di incontri più o meno accidentali.
Fin qui sembrerebbe tutto molto bello.
Il problema è che vedo un sacco di gente lamentarsi e vedo riportate tante cose che mi fanno arrabbiare. Persone che si lamentano che i loro congiunti non gli vano a genio, che preferirebbero gli amici e che anche le amicizie sono relazioni stabili, assembramenti e persone che non rispettano le regole etc.
Il buon senso, come al solito, sembra essersi andato a far benedire con buona pace dei sanitari che non riescono ad avere una vita affettiva da due mesi per far sì che la maggior parte dei pazienti continuino a respirare.
Io posso dire di essermi comportata piuttosto bene durante la fase uno, sapendo che tra depressione e tiroide il mio sistema immunitario non fosse il massimo, sono uscita solo se strettamente necessario, ho fatto sport a casa, rinunciando a quelle amate passeggiate che fanno tanto bene al mio benessere psico-fisico. Mi son isolata nel mio magico mondo nerd quando mi sentivo troppo giù di corda, ho avuto le mie crisi di pianto, mi sono dedicata alle associazioni di cui faccio parte.
E’ stata dura e mi dispiacerebbe avere fatto tutto questo per niente.
Ora che questa fase 2 è arrivata, mi tocca comunque fare delle rinunce: la mia famiglia è in un’altra regione, una di quelle più colpite dalla pandemia, non li vedo da Natale e non li potrò rivedere neanche in questa fase. Una rinuncia indispensabile, non solo per il mio benessere, ma per quello di tutti. Non è solo la paura del penale, ma una scelta responsabile nel confronti del prossimo, che mi porta a non cercare scappatoie.
Quando mia nonna è risultata positiva al co-vid 19 avrei tanto voluto stare accanto a mia madre, poterla aiutare, tenerla impegnata e non farla pensare troppo. Mia nonna fortunatamente risulta ancora asintomatica, è in casa di riposo e viene monitorata costantemente, ma non vuole mangiare e con l’Alzheimer è difficile capire perché. Le fanno le flebo e per ora sta discretamente bene, ma lo shock è stato forte, tuttora non mi sento pienamente tranquilla.
Quando ochi giorni fa mi sono slogata la mandibola, avrei tanto voluto avere i miei genitori vicino, soprattutto visto che non riuscivo a parlare. Avrei persino voluto avere mio fratello vicino, anche se mi avrebbe preso in giro per il modo ridicolo in cui è andata la faccenda, non avrei potuto rispondere, certo, ma avrei potuto tirargli una ciabatta e inesorabilmente mancarlo: mi avrebbe fatto sentire molto meglio. (Per chi se lo stesse chiedendo, sono entomofobica eho slogato la mandibola, già contratta a causa del bruxismo, lanciando un urlo a causa di un insetto che camminava sereno sulla mia testa).
Anche io avrei voluto vedere i miei amici in questa fase, visto che i congiunti non li posso vedere , mi dispiace immensamente, ma faccio la brava, sperando che si possa arrivare presto a quella fase in cui potrò rivedere tutti.
Intanto mi accontenterei di andare sugli argini a fare le mie lunghe camminate, ma a quanto pare non sono ancora stati bonificati, quindi attendo anche per questo. Sinceramente di beccarmi il morso di una vipera nell’erba alta non mi alletta più di tanto, non parliamo poi delle zecche, ci manca solo che mi ammali a causa di un’aracnide (sì, sono anche aracnofobica).
Capisco la frustrazione, il disagio, ma l’unico modo per venirne fuori per ora è seguire le regole.
Per il nostro bene, per il bene dei nostri affetti, per il bene di tutti.


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