Mi piacerebbe farmi travolgere meno dagli eventi e invece sono qui, stressata come pochi, a lavorare e organizzare come una matta per cercare di non pensare.
Non è certo la prima volta che lo faccio, non starò a elencarvi il numero di volte in cui mi sono volontariamente immersa nelle attività quotidiane solo per trovare ristoro da pensieri tormentosi, senza contare il fatto che detesto perdere il mio tempo e arrivare a fine giornata pensando di non aver concluso nulla è per me un’ulteriore fonte di stress.
In realtà mi tengo impegnata anche nell’attesa dell’autunno, perché il caldo non mi piace, mi toglie energie e mi sento fortemente irritabile.
Lo so che a molti piace perché ci sono le vacanze, ma io lo trovo un periodo fortemente improduttivo, dato che non riesco a concentrarmi nemmeno su ciò che mi piace fare.
Forse se avessi pensieri meno dolorosi, riuscirei a goderne meglio, troverei la pace che tutti trovano su un lettino in spiaggia. O forse no. Sono di origine pugliese, ho passato la maggior parte delle vacanze della mia vita al mare, ma io non stavo bene in spiaggia. Stavo bene dentro l’acqua, nuotando, giocando e guardando il fondale. Sembrerebbe quasi che mi piaccia stancarmi, forse perché ho sempre fatto fatica a rilassarmi, d’altronde sono sempre stata una persona ansiosa. Da che ricordo, ho sempre voluto emanciparmi e diventare grande, per poter fare a modo mio senza dover rendere conto a nessuno.
Sorrido nel pensare a quante volte mi è stato detto in famiglia: “Hai sempre fatto quello che hai voluto!”, considerando che so di essere scesa a compromessi con me stessa molto spesso per non ferire troppo i miei affetti. Il “problema”, se così vogliamo chiamarlo, di questa affermazione è che mi viene rivolta come una critica, ma io riesco a vedere nulla di male nell’avere assecondato i miei desideri, nell’avere lottato per poter fare di testa mia in un mondo che spesso mi veniva narrato come “non pronto”. Cos’altro avrei dovuto fare se non quello che volevo? Avrei dovuto vivere seguendo le volontà di qualcun altro? Perché?
Così me ne sto qui, in un momento di calma apparente, a sognare di caminetti accesi, di foglie colorate mosse dal vento, di profumo di cioccolata calda e dolci appena sfornati, di zuppe dense che scaldano il corpo e l’anima, sogno di avere finalmente la mia comoda poltrona, dove leggere e scrivere comoda sorseggiando un buon tè e da dove poter giocare ai videogiochi tranquillamente quando mi annoio. Forse per me è questa la quiete. Intanto mi tengo occupata aspettando l’autunno.


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