E’ la vigilia di Natale del 2008, sono le 23.30 di sera, Bruce Jeffrey pardo entra in una casa a Covina, Los Angeles, vestito da Babbo Natale e porta con sé un pacco.
La nipotina Katrina di 8 anni gli corre incontro sorridente, ma questa non viene accolta da amorevoli braccia, lo zio le spara ferendola al volto.
Inizia il massacro con Pardo che spara sugli ospiti indiscriminatamente con le sue semiautomatiche, raggiungendo il suo vero obiettivo, l’ex moglie Sylvia Ortega e uccidendola.
Poi scarta il pacco che rivela un lanciafiamme artigianale e da fuoco all’abitazione, moriranno nove persone tra le ferite d’arma da fuoco e l’incendio, tra cui i genitori dell’ex moglie.
Tra i sopravvissuti, oltre ai feriti, un’invitata si rompe una caviglia, saltando da una finestra e uno che riesce a dare l’allarme scappando a casa di un vicino.
Ferito alle braccia, con ustioni di terzo grado, si toglie brandelli del costume e indossa abiti normali, poi guida fino a Silmar, a 30 miglia da Covina, dove, forse intuendo che non avrebbe potuto scappare altrove, si toglie la vita sparandosi.
Le indagini riveleranno che l’uomo non accettava la separazione dalla moglie e che la donna si fosse rifatta una vita, aveva deciso di punirla in maniera crudele, quindi aveva compiuto un vero e proprio massacro, Pare che avesse persino lasciato nella sua auto i resti del suo costume che celavano una bomba incendiaria, fortunatamente nessuno è rimasto ferito durante i controlli, ma l’auto è stata letteralmente dilaniata dalla bomba.
Molti giornali hanno riportato che Pardo avesse perso il lavoro poco prima della tragedia di cui era stato artefice, ma non era stato quello il movente, il movente, come in ogni femminicidio, era la mancanza di controllo sulla vita di una donna che aveva scelto di non stare con lui.
Il fatto era premeditato e c’era persino la speranza di una fuga da parte di Pardo, che aveva comprato un biglietto aereo per lo stato dell’Illinois, dove risiedeva un suo amico, rendendosi conto all’ultimo che le sue ferite non glielo avrebbero consentito.
Sta di fatto che in quel terribile massacro, ben 13 bambini rimasero orfani, proprio la notte di Natale.


2 commenti

Marco De Luca · 25 Novembre 2021 alle 12:30

Andava tutto bene, fino alla riga 20.
Peccato, finché si stava sui fatti era un ottimo articolo. Asciutto, e professionale.
Ma poi bisognava farci entrare il femminicidio, categoria filosofica inesistente, defecando su Charles, James, Joseph e Michael. Quattro morti maschi, che in quanto tali valgono meno, e anzi, siccome maschi probabilmente cattivi. Di questi, Michael aveva 17 ANNI.

Bene invece il pensiero rivolto agli orfani, brava. Ma consiglil di smettere di leggere la Murgia, fa male alla salute.

    Sam · 30 Novembre 2021 alle 21:23

    Il termine femminicidio non indica il sesso della vittima, ma il motivo dell’omicidio. Potrei anche farle notare che il femminicidio non è una categoria filosofica, ma rischierei di essere ridondante. Le consiglio di informarsi meglio sull’argomento.

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