Chi è stato il pirata più potente della storia? E’ stata una piratessa: Ching Shih.
Di lei non sappiamo neanche il vero nome, infatti Ching Shih significa solo “vedova di Cheng”, ma sappiamo che, prima di avventurarsi per mare, era una prostituta che si faceva chiamare Shi Yang e che era nata nella provincia di Guangdong nel 1775.
Chin Shih venne fatta rapire nel 1801 dal pirata Cheng Yi Sao quando aveva circa ventisei anni, questi le chiese di sposarlo, ma lei acconsentì solo a condizione che le cedesse metà dei suoi averi e il comando di una delle sue flotte.
Ben presto divenne una figura sempre più importante a fianco di suo marito e lui seguì il suo consiglio di creare una coalizione d tutte le flotte cantonesi, che prese il nome di Red Flag Fleed, la flotta della bandiera rossa, e che in poco tempo diventò una delle flotte più potenti di tutta la Cina.
Sei anni dopo Cheng morì in circostanze mai del tutto chiarite e Ching Shih sorprendentemente riuscì ottenere il comando della sua flotta. Era infatti insolito per una donna dell’epoca essere riconosciuta al comando.
Sotto Ching Shih la flotta divenne la più grande flotta pirata della storia con più di 1800 navi e 80.000 pirati sotto il suo comando.
Chin Shih divenne anche l’amante del figlio adottivo di Cheng, Cheung Po Tsai, che diventò poi suo marito.
Per comandare un esercito così grande si avvalse di un severo codice, che tutelava persino le prigioniere: infatti se un pirata avesse stuprato una prigioniera sarebbe stato decapitato sul posto.
Il codice impediva anche i rapporti consensuali tra pirati e prigioniere, la pena prevedeva la decapitazione per lui e la l’annegamento con ai piedi una palla di canone per lei, questo perché credeva che i pirati avrebbero scaricato meglio il loro ardore in battaglia.
I pirati potevano sposare le prigioniere, a patto che le trattassero bene, ovviamente solo se la prigioniera fosse stata consenziente.
Il Governo cinese , non riuscendo a battere la flotta di Ching Shi, prese accordi con lei: concesse l’amnistia a lei e ai suoi e di poter mantenere le sue ricchezze, ma Ching Shih non si accontentò e pretese di avere una flotta per Cheung che ne diventò il capitano.
Ovviamente ottenne da questo accordo numerose navi per sé e per i propri commerci e riuscì persino a far riconoscere dal governo il suo secondo matrimonio (cosa all’epoca impensabile per una vedove). Quando Cheung morì si trasferì a Macao con i suoi figli, dove continuò a commerciare sale, aprì una casa per il gioco d’azzardo e si spense nel 1844 a 69 anni.


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