Vi giuro, pensavo si trattasse di un pesce d’aprile. E’ invece confermata la notizia che una ragazza si sia vista rifiutare la possibilità di acquistare un pacchetto di assorbenti dopo le 18.00 perché non considerati bene di prima necessità. Non basta pagarli tassati come beni di lusso, i tabaccai possono venderti le sigarette quando vogliono, un supermercato non può venderti gli assorbenti dopo le 18.00.
Be’ ovviamente i tabaccai ingrassano il monopolio di Stato, quindi non serve una laurea in economia per capire il motivo per cui è consentito vendere tabacco, ma non assorbenti.
C’è poi chi dice che la ragazza poteva pensarci prima. Ora, a parte che il ciclo mestruale non è un’orologio svizzero e soprattutto nei cambi di stagione può capitare di ritrovarsi una vera e propria scena del crimine nelle mutande un tantino in anticipo, ma io dico, al sale non potete pensarci prima? Allo zucchero? Al pacco di pasta o al pane? Eh no, perché il caffè amaro, l’insalata insipida e un giorno di dieta, non hanno mai ammazzato nessuno, ma noi non ce ne vogliamo privare. E’ una scelta andare al supermercato a comprare un genere alimentare che si è dimenticato. Le mestruazioni invece non sono una scelta, ci vengono appioppate biologicamente per una grossa fetta della nostra vita, le paghiamo salate al supermercato ogni mese e ora ci dicono pure in che lasso di tempo dobbiamo pagarle.
Io pensavo che avessimo toccato il fondo coi il decreto sulle vacanze pasquali, nelle quali, se disponessi di denaro sufficiente, potrei incontrarmi con la mia famiglia alle Maldive, ma che di fatto mi impedisce di vedere i miei genitori perché stanno in un’altra regione.
D’altronde rimango sempre più perplessa dai contrari alla richiesta “no tampon tax”, ovvero la richiesta di tassare assorbenti, tamponi, coppette e via discorrendo, come beni di prima necessità. I detrattori di norma si nascondono dietro all’interesse ambientale, perché gli assorbenti inquinano. Ora, posto che anche gli articoli di igiene intima più ecosostenibili vengono tassati come beni di lusso e non è corretto, comunque, a questi paladini dell’ambiente sulla pelle delle donne vorrei fare qualche domanda: voi viaggiate solo in bicicletta o a piedi, giusto? Perché immagino sappiate quanti danni all’ambiente faccia un’auto, per non parlare degli aerei. Eppure i viaggi non sono un genere di prima necessità. Il cellulare non lo usate giusto? Perché lo sapete che per fabbricarli bisogna estrarre e lavorare materiali in maniera non esattamente sostenibile, no? E soprattutto non è un genere di prima necessità.
Con questo non voglio dire che tutti gli ambientalisti sono ipocriti, cerco anche io nel mio piccolo di proteggere l’ambiente ed evitare sprechi, dico che lo sono quelli che reputano gli assorbenti inquinanti, quando sono un genere di prima necessità e poi usano altrettanti generi, che di per sé non lo sarebbero, ma che ci aiutano a vivere una vita piena e in contatto con la società, mi sembrano un tantinello arroganti . In sostanza ce l’ho con chi fa l’ambientalista col mio ciclo mestruale e scusate se è poco.
Detto questo, mi auguro che ci sia un’indignazione generale e che vengano presi presto provvedimenti non solo a livello di vendite oltre le 18.00, ma anche e soprattutto rivalutando i dispositivi intimi come bene di prima necessità.


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