Jeanne Moulinet nacque a Kérity, un villaggio di pescatori in Bretagna, il 7 ottobre 1874. A soli 14 si recò da sola a Parigi dove svolse svariati lavori per mantenersi. A 17 anni entrò a servizio presso la famiglia Robert. Il signor Robert abusò di lei, ma lei invece di considerarsi vittima del suo padrone, sviluppò per lui un amore romantico. Rimase presto incinta e il padrone la mandò da un medico di fiducia per “sistemare tutto”, poi si interessò a un’altra. Questo ferì profondamente Jeanne che venne congedata a 18 anni, forse perché aveva raccontato tutto alla signora Robert.
Nel 1893 incontrò e si sposò, più per convenienza che per amore, con il cocchiere Jean Weber, noto alcolista, e prese il cognome del marito. Il primo e il secondo figlio della coppia, Marcel Jean e Macel Charles, morirono presto per cause sconosciute. Jeanne cominciò ad abusare di alcool, probabilmente a causa delle precarie condizioni economiche e lavorative. La coppia ebbe una terza figlia, Juliette, ma anch’ella morì premauramente a causa di una polmonite.
Nel 1901 una cognata la incaricò di prendersi cura delle sue due figlie, Suzane e Georgette. Poco tempo dopo Georgette, la più piccola morì e la morte fu attribuita a cause naturali, così come a queste furono attribuiti i lividi che erano comparsi sul suo piccolo collo. Pochi giorni dopo, Jeanne fu di nuovo chiamata per badare a Suzanne e anche stavolta la bambina di soli due anni cominciò ad avere le convulsioni e morì. La morte fu classificata come morte naturale dovuta a convulsioni, come nel caso della piccola Georgette.
Nel marzo dello stesso anno, Jeanne venne incaricata di prendersi cura della nipote Germaine, di 7 anni. La bambina morì poco tempo dopo, anche questa volta i segni sul collo vennero ignorati e la morte fu attribuita alla difterite.
Pochi giorni dopo, in aprile, Jeanne invitò due delle sue cognate a pranzo e riuscì a rimanere sola con Maurice, il figlio di dieci anni di una delle due, mentre loro erano a fare shopping. Tornarono in tempo per trovare Maurice ansimante eul letto, con vistose ecchimosi sul collo e Jeanne che lo fissava in una maniera folle.
La donna fu denunciata e processata per 8 omicidi, compresi quelli dei suoi figli e di Lucie Alexandre e Marcel Poyatos, di cui si era presa cura.
Mostrandosi una madre profondamente addolorata e grazie al suo avvocato e ai medici, che si ostinarono a dichiarare che le morti erano avvenute per cause naturali, fu incredibilmente assolta.
Nel 1907 fu chiamata ad accudire i bambini di una famiglia di contadini che non credevano alle accuse mosse verso Jeanne. Purtroppo si pentirono amaramente della loro ingenuità, infatti unodei loro figli, Auguste Bavouzet, venne trovato morto sul letto con delle ecchimosi sul collo. Anche questa volta Jeanne fu fortunata: la morte venne attribuita a febbre tifoidea.
La Weber trovò quindi lavoro presso l’ospedale infantile di Faucombault e poi presso la casa per l’infanzia di Orgeville, con il nome di Marie Lemoine, aiutata da amici che la ritenevano ingiustamente accusata. In meno di una settimana Jeanne fu scoperta a strangolare un altro bambino, ma la cosa fu messa a tacere, probabilmente per la vergogna di chi le aveva creduto.
Tornò a Parigi, dove fu arrestata per vagabodaggio e internata, ma fu rilasciata in quanto considerata sana di mente.
Una volta ancora libera si diede alla prostituzione per vivere e incontrò il suo nuovo compagno. Si trasferirono insieme nella locanda di Commercy e poco tempo dopo fu trovata a strangolare il figlio del locandiere, Marcel Poirot, di 10 anni. Il padre dovette colpirla tre volte molto violentemente per farle mollare la presa, ma per il bambino non ci fu niente da fare.
Jeanne fu arrestata nel 1908, al processo venne dichiarata insana di mente e internata nel manicomio di Mareville.
Viene frequentemente riportato che l’orchessa della Goutte d’Or, com’era stata soprannominata, si strangolò con le sue mani dieci anni dopo, quasi a simboleggiare un dantesto contrappasso, tuttavia è molto più probabile che sia morta di nefrite nel 1918.


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