La primavera a chi è depressə fa un effetto strano. La depressione per motivi biologici e non, come l’ansia, può peggiorare con l’arrivo della bella stagione.
I ritmi veglia- sonno, legati al cambio di luce, possono essere alterati e chi soffre di depressione spesso ha già problemi legati al sonno, come ipersonnia (dormire troppo) e insonnia (non riuscire a dormire).
Succede che chi ha la depressione abbia entrambi i disturbi, ovvero fa fatica ad addormentarsi, poi, quando ci riesce, dorme troppo.
Nella mia esperienza di depressa sono presenti sia insonnia che ipersonnia, ma non è tutto, quando mi sveglio non mi alzo subito, resto a letto a pensare a tutto quello che devo fare, ma uscire dal letto, che è la mia zona sicura, mi sembra terrificante, un po’ come uscire da una piccola roccaforte per cercare da mangiare in un apocalisse zombie: ho parzialmente risolto mettendo più sveglie, ma non è sempre facile decidersi.
Per quanto riguarda il mio rapporto con la primavera, posto che preferisco le stagioni fredde, anche perché sono fortemente anemica e il caldo mi fa innervosire e stare male, devo dire che cerco di trovare il meglio in ogni stagione, per lo meno per quanto riguarda i colori e la natura.
Credo però che sia proprio la natura a fregarmi, per quanto gli alberi e i prati in fiore siano bellissimi, trovo tutto in contrasto con ciò che sento. La natura rinasce, rifiorisce, io invece mi sento bloccata, insicura, vorrei solo tornare nel mio bozzolo di coperte e dormire finché non sarà passata. Solo che le coperte in primavera iniziano a essere troppo pesanti e si rischia di soffocare con un fardello in aggiunta a quello della depressione e dell’ansia.
Mi costringo quindi ad alzarmi e a fare del mio meglio, ma le forzature richiedono un supplemento di energie, perciò mi sento stanca e a un certo punto mi sembra di non poterne più.
Tra l’altro, soffrendo di depressione nascosta, ovvero non riuscendo ad esternare davanti alle persone il mio malessere, a parte in alcune occasioni e in alcune specifiche modalità, il mio dispendio energetico, essendo impegnata a far finta he tutto sia ok, ridendo e sorridendo, facendo di tutto per risultare uno spasso, è già di per sé molto elevato.
Senza contare che in primavera il corpo viene messo molto più in mostra e per chi, come me, ha l’autostima che fa l’altalena tra “non ho nulla che mi stia bene” a “sono un mostro”, è estremamente difficile mostrarsi in pubblico, senza accumulare ritardi dovuti a svariate prove davanti allo specchio e svariate crisi di sconforto.
“Eppure in foto ti mostri spesso” dirà la gente. Mi sono posta anche io il quesito e sono giunta alla conclusione che la foto è un immagine in differita di me, che avendo posato a lungo fin da adolescente so come valorizzarmi. Mettiamoci anche che sono una perfezionista e che scatto un sacco di foto per poi arrivare a scegliere la migliore o quella in cui mi faccio meno schifo.
C’è anche da dire che mia zia, a cui ero profondamente legata, è nata alla fine dell’inverno ed è morta nel pieno del risveglio primaverile, il che mi provoca un forte dolore quando queste date si avvicinano: il canto degli uccellino e il profumo di fiori era così triste da mandare giù, mentre lei se ne andava, lasciando un vuoto che non si potrà mai riempire.
In conclusione, non c’è nulla di sbagliato nella primavera in sé, ma della primavera in me, perché non la trovo, sepolta probabilmente da rimpianti e rimorsi, che cerco disperatamente di ridimensionare con la mia terapeuta.
So di essere più forte di quanto credo.
Devo solo ritornare a crederci.
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