Essendo in cura per una forte depressione e avendo deciso di non nasconderlo, ma di trattarla come una qualsiasi altra patologia, mi rendo purtroppo conto che talune persone, senza intenzioni che possano essere ritenute nocive, anzi spesso sperando di rendersi utili, dicono cose che fanno stare peggio.
Ricordiamoci innanzitutto che la depressione è una malattia, ha dei sintomi individuabili, ha basi biologiche e ambientali, quindi non è solo un momento di tristezza passeggero, ma soprattutto va curata e trattata con l’aiuto di persone competenti.
Una cosa da non dire a un depresso è “Cosa vuoi che sia? Esci, non ci pensare!”. Un depresso si sente già abbastanza inadeguato a far fronte alla situazione senza che qualcuno minimizzi il suo problema. Direste mai a uno con una gamba rotta di mettersi a correre e non pensarci? Ecco, immaginate il depresso come uno a cui si è rotta la forza di volontà, prima si rimette a posto, poi si inizia la “fisioterapia”. Un consiglio spassionato ai depressi, riguardo a un episodio che mi è capitato personalmente, è anche quello di diffidare dagli “eroi”, quelli che ti dicono che loro se vogliono qualcosa saltellano con la gamba rotta e se la vanno a prendere, posto che vorrei vederli senza gli analgesici, perchè una gamba rotta fa male anche se saltelli sull’altra, di norma son i primi a sparire quando qualcosa non va. Gli eroi veri sono le persone che studiano per tirarti fuori da certe situazioni, o le persone che ti stanno accanto nonostante tutto, non i gradassi, che dicono di far tutto da soli non hanno il coraggio di farsi rivedere quando spariscono, accampando scuse poco credibili. Quello che a un depresso fa piacere sapere e che voi ci siete e non lo giudicate: “io ci sono” è quello che dovreste dire a chi si trova in queste condizioni e poi esserci per davvero.
Un’altra cosa da non dire a un depresso è “Ci sono passato anche io e ne sono uscito da solo”. Ribadisco che un depresso nn ha bisogno di questo tipo di eroi, si sente già abbastanza inadeguato, ma soprattutto, la maggior parte di quelli che è uscita da sola dalla depressione, semplicemene non l’ha mai avuta, se l’è autodiagnosticata in un periodo decisamente triste, senza consultare un medico o uno specialista. Con questo non voglio dire che i momenti difficili non siano degni di nota o siano piacevoli, dico solo che non basta aver pensato di voler morire un paio di volte, o piangere a dirotto per tre giorni per essere depressi. E’ una condizione oppressiva, persistente, con svariati sitomi come stanchezza cronica, senso di vuoto, sentirsi sopraffatti da tutto, insonnia o il dormire troppo per non pensare, anedonia, astenia etc. e questi sintomi devono essere presenti continuativamente per un determinato lasso di tempo. Quello che si può dire in questo caso è “Ho passato anche io dei momenti difficili e vorrei starti vicino”.
Un’altra perla che ho sentito dire spesso è “Che senso ha? Hai tutto!”, oppure “Io ho passato di peggio e non capisco perchè tu stai così”, o ancora “E non pensi a chi ti vuole bene?!” Ecco queste vengono fuori anche quando il depresso manifesta la mancanza di voglia di vivere e l’ipotesi del suicidio. Cominciamo col dire che manifestarlo non vuol dire per forza che la persona si voglia suicidare subito, ma neanche che la questione debba essere presa sotto gamba. Non è vero che chi si vuole suicidare non dice niente, spesso e volentieri dirlo è una ricerca di aiuto e le frasi citate non aiutano. Partiamo dal fatto che il depresso magari ha tutto, ma in quel “tutto” è sicuramente compresa la depressione, il che non aiuta. Quello che per voi non ha senso, può averne per altri, il vostro “tutto” può essere niente per altri. I paragoni su cosa avete passato voi invece, fanno sentire il sepresso ancora più inutile di quanto non si senta già, accrescono il suo senso di colpa e abbassano quel briciolo di autostima che forse gli era rimasta. Altro modo per far sentire male un depresso è dirgli che non pensa alle persone a cui è legato, anche perchè spesso ci pensa eccome e pensa di essere un peso per loro, pensa che starebbero meglio senza di lui anche se loro gli dicono il contrario, perchè lui sente quel peso e si sente un peso e vuole liberarsene e liberare gli altri. Quindi quando un depresso vuole morire o non vuole uscire etc, invece di farlo sentire in colpa, gli si potrebbe chiedere “Cos’è che ti fa stare male? Penché non ne parliamo e cerchiamo insieme una soluzione?” e magari non arredersi alla risposta “Non c’è una soluzione” o peggio arrabbiarsi, perchè il depresso non la vede davvero la soluzione.
Altra cosa da non dire “Non hai bisogno di medici e farmaci, hai bisogno di svagarti e di farti una bevuta tra amici”. Questo non va bene ne se il malato ha espresso il desiderio di consultare uno specialista, che è il primo passo nel riconoscimento del problema e verso la guarigione, ne in caso il malato sia già seguito. Un’interruzione dei farmaci per la depressione può essere pericolosa e buttare al’aria l’intera terapia. Inoltre l’alcol, non è la soluzione, ne le droghe per quanto blande, anzi possono causare un peggioramento. Il depresso, inoltre, a volte è titubante a iniziare una terapia e va incoraggiato a sentire il parere di un esperto, non demotivato. Meglio quindi offrirsi di accompagnarlo se ci si vuole rendere utili.
“Se stai tutto il giorno a letto non ne uscirai mai”. Come ho già detto al depresso la forza di volontà manca e a volte cerca di fuggire dal dolore che prova attraverso il sonno. Forzarlo e farlo sentire in colpa non serve, serve invece avere pazienza e fare proproste stimolanti che lo aiutino a uscire. “Perchè non facciamo qualcosa insieme?” è quindi una frase che va decisamente meglio.
“Devi smetterla di piangerti addosso!” Ne abbiamo già parlato, per quanto sia frustrante stare accanto a chi sta male, non è certo facendolo sentire in colpa che lo aiuterete. Il depresso non si piange addosso, ha dolore e il più delle volte si sente impotente davanti a ciò che lo affligge. “Se vuoi puoi parlare con me di ciò che ti fa stare così male” è la frase da dire, perchè dimostra empatia e voglia di condividere il peso, senza forzare la persona depressa.
Ci sarebbero tante altra frasi da analizzare, io ho cercato di riportare quelle che per la mia esperienza ono le più significative e frequenti.
Il mio consiglio è quello di non sottovalutare mai il dolore altrui, solo così sarete in grado di aiutare le persone che vi stanno intorno, senza farle sentire delle emarginate.
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