“Il gigante buono e quell’amore non corrisposto” così titola il suo articolo su “Il Giornale” Luca Fazzo, a proposito del femminicidio di Elisa Pomarelli.
Sì perchè Elisa non è stata vittima di un omicidio e basta, Elisa è morta perchè è stata uccisa in quanto donna, una donna che non ha accettato la corte di un amico.
Poco importa fosse lesbica, in un paese dove una donna è vittima di femminicidio ogni 2-3 giorni, in una mondo in cui una donna su tre ha sperimentato molestie o abusi sessuali almeno una volta (e questi dati li conosco bene, avendo fatto la mia tesi di laurea su femminicidio e violenza di genere) e in cui la maggior parte delle violenze e degli omicidi avvengono da parte di una persona ben nota alla vittima, l’orientamento sessuale di Elisa non è quello che conta.
Ho letto frasi scandalose tra giornali e vari social sul fatto che lei lo illudesse “scroccando” cene e facendo le vacanze con lui. Perchè agli amici non si offrono cene, giusto? E non vanno in vacanza insieme giusto?
Altri ancora scrivono che lei sapeva dell’infatuazione – perchè mi rifiuto di parlare di amore- e quindi avrebbe dovuto allontanarsi. Ammesso e non concesso che fosse così, nessuno ha pensato che magari tra di loro ne avessero parlato? Nessuno ha pensato che lei gli volesse sinceramente bene e avessero deciso di comune accordo di rimanere amici? Nessuno ha pensato che lui la possa avere ingannata e che lei anche vedendo atteggiamenti non consoni, fosse passata oltre per evitare di ferirlo, convinta che neanche lui l’avrebbe mai ferita? E invece no. Invece lui l’ha uccisa, ha occultato il suo corpo senza vita e si è nascosto. E’ amore questo? E’ il gigante buono delle favole che protegge la principessa che ad un certo punto DEVE accorgersi che il principe che aspetta è in realtà lui? E’ quindi una favola andata male? Una di quelle che in epoche precedenti si raccontavano ai bambini, come cappuccetto rosso che fnisce mangiata dal lupo, perchè non ha dato retta alla mamma? Perchè è così che il giornalista l’ha fatta passare, una favola senza il lieto fine, ma questa non è una favola, è la realtà, è una realtà quasi quotidiana, che con la fantasia ha poco a che fare.
E’ la realta di centinaia di donne uccise, colpevoli di avere detto “no” ad un uomo. La realtà di una moltitudine di donne molestate, abusate, stuprate, che si ritrovano a dover fare i conti con una società che naturalizza e psicologizza, senza averne peraltro le competenze, l’evento (“Hai provocato un leone e ora di cosa ti lamenti?”, “Era frustrato dai continui dinieghi di lei”, “L’ha sposato, ha accetato tutto, se non le stava bene poteva andarsene”).
Una realtà che ha radici profonde nel patriarcato, che finchè non saranno sradicate, continuerà a mietere vittime tra uomini e donne. Perchè non sono solo le donne a rimetterci. Penso a uomini che vengono presi in giro se piangono, a cui viene insegnato che essere molestato sessualmente da una donna è figo e che ne devono approfittare,che altrimenti verranno considerati degli sfigati.
Ci sono ancora troppi uomini e troppe donne che detestano le femministe poichè pensano che il femminismo sia un maschilismo al contrario e non la richiesta di pari diritti e doveri.
Persone a cui non è chiaro che quello dell’assassino non è amore, ma un’ossessione, perchè se amo qualcuno voglio che viva il più a lungo e il più felicemente possibile.
Gente che ancora non capisce che la resposabilità di un crimine è personale e appartiene al criminale e in nessun modo alla sua vittima
Fino a che questi concetti non saranno chiari ai più, o meglio ancora a tutti, avremmo ancora tante donne come Elisa sulla coscienza.


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