Ci sono momenti in cui se potessi non parlerei neppure, entrerei in una specie di letargo per non sentire il dolore che mi pesa dentro, per fuggire da quella corazza che mi sono costruita intorno che mi porta a sorridere continuamente.
Ho sviluppato con gli anni una sorta di tendenza a sdrammatizzare, almeno in presenza di altre persone, ma ho scelto io di parlare e di mettere a nudo quel male che mi logora l’anima.
Non avrebbe senso parlare di depressione soltato per dirvi come riuscire a dare un po’ di sollievo a chi ne soffre o cosa si provi in generale, come non lo avrebbe parlare solo delle piccole vittorie quotidiane, di come la affronto giorno per giorno.
Vorrei fosse tutto così semplice, ma non lo è, semplimente non può esserlo, se lo fosse sarebbe facile uscirne.
Non lo è perchè per quanto arrivare a fine giornata ed alzarsi il giorno dopo siano già una vittoria, non tutte le giornate hanno una vera e propria fine, a volte la giornata finisce in un’angoscia per il giorno successivo e una stanchezza data dai giorni precedenti che non ti fa capire se avrai le forze per affrontarlo.
La verità è che mi sento molto sola e nessuno lo capisce, sola anche se qualcuno accanto ce l’ho, ma non è abbstanza forse forse sono io che non so apprezzarlo.
Ed eccolo il senso di colpa, riaffiora e ghermisce e nonostante lo riconosca come sintomo, continua a farmi sentire anche peggio.
Mi manca la mia famiglia, mi manca il loro calore, le serate con la mia migliore amica, anche solo a parlare, l’ironia graffiante del mio più vecchio amico (che se leggesse la parola vecchio e il suo nome nella stessa frase, probabilmente mi lincerebbe). Mi manca tanto mia madre, che è così diversa in tutto da me, ma che mi ha dimostrato il suo amore in tante maniere divere, mi manca persino litigarci, ma più di tutto mi manca poterla aiutare ora che la sento così stanca e mi fa sentire peggio il fatto che così le sarei più di peso che di aiuto.
Mi sono impegnata nel lavoro e nel volontariato come non mai, probabilmente facendo anche più del dovuto, probabilmente suscitanto ben più di una perplessità sulla mia persona, avranno pensato che sono stupida a non fermarmi mai, non sapendo che quel non fermarsi mi aiuta a fermare invece un flusso di pensieri che mi tortura, mi aiuta a sopportare meglio il peso di quel malessere che mi affligge.
Forse è per questo che ora mi sento così stanca e disperata, così sola, tanto da sentirmi sprofondare nell’abisso.
E’ difficile ammetterlo, difficile ammettere che si ha bisogno di una tregua e quando questa non viene concessa, l’unica soluzione è battere in ritirata sperando che le ferite che ri raggiungano non siano troppo dolorose.
Sento le lacrime che sgorgano e sono intorpidita, ma in qualche modo lasciarsi andare è piacevole, è meno stancante che lottare tutto il tempo.
Vorrei chiedere aiuto, ma non so a chi, non so a cosa aggrapparmi per resistere.
Sono una guerriera nel bel mezzo di una guerra solitaria che difficilmente ha modo di placarsi, non avendo nessuno che mi possa aiutare, cerco di rintanarmi in quei pochi spaventosi spazi desolati in cui spero di riprendermi il prima possibile.

Categorie: Pensieri

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