Rita Atria nacque a Partenna il 4 settembre 1974, figlia di Vito Atria, un pastore affiliato a Cosa Nostra, e Giovanna Canova.
Rita era abituata a sentire parlare di affari di mafia e di chi ne faceva parte sin da bambina.
Quando aveva solo 12 anni, il padre venne ucciso in un agguato e il fratello Nicola, al quale Rita si legò profondamente, prese in mano le redini della famiglia e della cosca.
Nicola rivelò tutto a Rita: i mandanti dell’omicidio del padre, le dinamiche mafiose e persino i nomi di chi comandava in paese.
Rita era un’adolescente che viveva con dei segreti più grandi di lei, ma pur sempre una giovane ragazza che voleva vivere la sua vita. Si innamorò corrisposta di un a ragazzo del paese, Calogero, con il quale si fidanzò.
Purtroppo anche Nicola venne ucciso davanti agli occhi della moglie Piera Aiello, che aveva sempre cercato di opporsi alle frequentazioni del marito, invece di chiudersi nell’omertà richiesta alle donne di mafia, andò a denunciare gli assassini del marito, diventando una testimone di giustizia e venendo messa nel programma di protezione assieme alla figlia.
Rita venne lasciata da Calogero, in quanto parente di una “pentita”, ma non si perse d’animo, anzi, ispirata dal gesto della cognata, decise anche lei di testimoniare.
L’incontro col giudice Borsellino fu cruciale: Rita rivide in lui una figura paterna e affettuosa, che cercò anche di farla riavvicinare alla madre, che nel frattempo l’aveva ripudiata.
Rita confidò a Borsellino tutti i discorsi e i nomi che aveva sempre sentito fare in famiglia ed entrò a far parte dei testimoni di giustizia, le vennero quindi assegnati dei documenti falsi e venne trasferita in una località all’epoca segreta.
Le sue testimonianze e quelle della cognata portarono a numerosi arresti e la ragazza fu vittima di continue minacce.
Oggi sappiamo che Rita visse a Roma, quasi in completa solitudine per mesi, confortata solo dalle visite del giudice Paolo Borsellino.
Quando Borsellino venne ucciso assieme alla sua scorta il 19 luglio 1992, Rita sembra perdere la speranza.
Una settimana dopo, il 26 luglio, a soli 17 anni, Rita si gettò dal settimo piano dell’abitazione dov’era nascosta. Morirà in ospedale.
La sua tomba fu presa a martellate dalla madre che continuò a disconoscerla come figlia.
Nel 2022 l’Associazione Antimafia Rita Atria e Anna Maria Rita Atria, sorella di Rita, hanno presentato un’istanza per richiedere l’apertura delle indagini sulla morte della giovane, sulla base di prove che non sarebbero state considerate e di stranezze, anch’esse ignorate da chi si occupò di svolgere le indagini, archiviando troppo presto il caso come suicidio.
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