Irma Grese nacque Wrechen in Germania nel 1923. Fu la criminale nazista più giovane giustiziata.

I suoi genitori erano Alfred Grese, un impiegato del partito nazista, e Berta Grese che si suicidò ingerendo acido cloridrico quando Irma aveva solo 13 anni.

Non era particolarmente dotata nella carriera scolastica e il padre non lesinava sulle punizioni corporali. Il bullismo dei compagni la fece allontanare dalla scuola a 15 anni, ma non scalfi la sua fede nazista, disapprovata anche dal padre che mal tollerava la sua appartenenza alla Lega delle ragazze tedesche.

Svolse vari lavori, sia in fattoria, sia come commessa, sia in ospedale, ma le fu negato per ben due volte di diventare infermiera.

Nel 1942 iniziò l’addestramento nel campo di concentramento di Ravensbrück, per entrare nelle SS, che completò nel 1943. Fu trasferita quindi ad Auschwitz come aufseherin, sorvegliante donna, ma al termine dello stesso anno era già diventata “Supervisore anziano”. Nel 1945 tornò per un breve periodo a Ravensbrück per poi essere trasferita a Bergen-Belsen come “direttrice dei lavori”.

Irma diventò ben presto il terrore dei detenuti, ma soprattutto delle detenute, con il suo Sadismo e la su violenza.

Le foto ci dicono che fosse una donna bellissima, le testimonianze invece, ci dicono quanto fosse crudele. Una sopravvissuta dichiarò che la Grese era una delle donne più belle che avesse mai visto, con occhi innocenti, ma che fosse terribile e spaventosa nei fatti.

Passeggiava coi suoi cani da guardia affamati e li scagliava contro i prigionieri e le prigioniere. Il suo sadismo si accaniva particolarmente sulle donne, che frustava sul seno per causare infezioni, o che stuprava con l’ausilio di attrezzi.

Ebbe relazioni sessuali con prigionieri e prigioniere e, quando se ne stufava, li mandava a morire nelle camere a gas.

Ebbe anche una relazione con il famigerato dottor Mengele, che la lasciò a causa dei suoi rapporti lesbici, che trovava riprovevoli.

Il 17 aprile del 1945 fu catturata, mentre tentava di fuggire, dai soldati inglesi che liberarono Bergen-Belsen.

Durante il processo a Lüneburg, il processo di Belsen da parte del tribunale britannico, Irma non fu mossa da pentimento. Continuò a sostenere la sua fede nazista e a difendere i suoi ideali.

Fu condannata a morte e, la notte prima dell’esecuzione, intonò canti nazisti con le colleghe Julia Bormann e Elisabeth Volkenrath.

L’ultima parola della Grese nel dicembre del 1945, mentre le infilavano il cappuccio bianco per impiccarla, fu “Schnell” (veloce, svelto).


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