Oggi ho deciso finalmente di mettermi a nudo: ho la depressione.

No, non è una banale tristezza passeggera e no, non è la prima volta che ne soffro. Dicono che ci sia una predisposizione, che l’ipotiroidismo abbia la sua parte di colpa e che i drammi della vita contribuiscano. Io di drammi ne ho vissuti tanti quest’anno e uno in particolare.

Non voglio tediarvi con cosa ha provocato la mia depressione, io oggi voglio raccontarvi che cos’è davvero, come ci si sente davvero e magari dare voce a chi non riesce a spiegarlo.

Perché quando hai la depressione e ne parli, la gente comincia a elencarti i motivi per cui dovresti essere felice, come se tu non facessi già un bilancio ogni sacrosanto giorno della tua esistenza.

Quando hai la depressione la prima sfida che affronti è quella di aprire gli occhi la mattina, sai che prima o poi dovrai farlo, ma ti chiedi perché ti sei svegliato, perché non stai ancora dormendo in quel mondo di sonno che appartiene solo a te, dove gli incubi non sono reali e prima o poi finiscono.

Poi li apri e spesso li richiudi, cerchi di rifugiarti di nuovo nel sonno, ma la tua mente è in moto e non sempre ci riesci. E’ il momento della prossima sfida: trovare un motivo per alzarti. Ti senti come in una prigione, fatta a forma di confortevole letto. Le coperte pesano come se fossero di cemento. Pesano, eppure son lì come a proteggerti: “se stai qui sotto ancora un po’, magari ti riaddormenti riesci a sfuggire al mondo, magari anche a te stessa”.

Eppure, devi alzarti perché lo sai che la sera quando ti ritroverai di nuovo in quella comoda prigione tu farai davvero il bilancio della giornata e se non avrai fatto abbastanza ti sentirai una fallita e se ti sentirai una fallita il turbine di pensieri che hai fatto di tutto per ignorare durante le ore di veglia, non ti faranno più dormire, non ti faranno più fuggire.

Prendi il cellulare sperando che qualcuno si sia preoccupato di sapere come stai, ma raramente qualcuno lo fa davvero e quando qualcuno lo fa non è quasi mai chi vuoi che sia davvero preoccupato per te. Non è quasi mai una delle persone che vorresti, anche se dice che ci tiene e anche se tu ci credi e credi a ogni sua scusa quando ti dice perché sia sparito o sempre distante. Può essere un fidanzato, un parente, un amico. Qualsiasi persona a cui tu tieni davvero. Allora ti dici che è colpa tua se le persone non ti cercano, perché “eh, dai, sei sempre triste, fredda, a volte sei talmente pesante…”

Così, dopo tanti pensieri, dopo tanti tentativi, prima o poi ti alzi ed è come se fossi nuda e ti stessi buttando nel Mar Glaciale Artico. Non fa solo freddo, è doloroso alzarsi quando ti senti così, come se milioni di aghi appuntiti e gelati ti trafiggessero in ogni dove e tu sei lì, sola senza niente a proteggerti. Quel macigno che pensavi fossero le coperte, in realtà te lo sei portato dietro, è lì, invisibile tra il petto e la bocca dello stomaco. Invisibile, ma enorme e tu speri che sia l’unica cosa da sopportare in quella dannata giornata, speri che non ti trascini in basso, facendoti annaspare per poter respirare.

Cerchi di riempire la tua giornata, ti rifugi nel lavoro se ne hai uno, o in ogni piccola altra cosa che ti possa dare un piacere, per quanto effimero. Speri di sentire abbastanza piacere, abbastanza calore, per poter arrivare al momento in cui ti addormenterai di nuovo e i pensieri che ti tormentano smetteranno di perseguitarti.

Il cibo spesso ti sembra insapore, altre volte ti è amico perché riempie comunque un vuoto, ti distoglie dalla noia e dalla malinconia.

Ti fai un selfie, sperando allo stesso tempo di sentirti apprezzata e di ricordarti che in fondo sei carina, ma nello stesso tempo vorresti che qualcuno cogliesse quel tormento, quella malinconia, quella dannazione a cui ti senti condannata.

A volte vorresti uscire, vorresti trascorrere delle ore spensierate parlando del più o del meno, eppure quando sei fuori, se hai la fortuna di essere riuscita a uscire senza troppi intoppi, magari in ritardo, perché niente ti sta bene quando hai la depressione, la tua faccia non va mai bene se hai la depressione, sei sempre in bilico tra la speranza che la serata duri sempre di più, che le persone ti intrattengano abbastanza e la voglia di tornare a casa a rifugiarti in quella prigione sicura che è il tuo letto.

Sorridi, cerchi di far ridere il prossimo, c’è talmente tanta tristezza dentro di te che non vuoi vederla anche al di fuori. Ridi, fai battute, cerchi di riempirti gli occhi di tutta la meraviglia che puoi.

La serata immancabilmente finisce e tu ti ritrovi nel tuo letto a fare quel bilancio fottuto che sai già andrà in negativo. Non hai fatto abbastanza, hai perso troppo tempo, perché diamine ci hai messo tutto quel tempo ad alzarti? Avresti potuto fare di più e invece ti sei crogiolata nel tuo dolore che tanto non capisce nessuno. A volte piangi silenziosamente, a volte singhiozzi e ti disperi, a volte non ti riesce nemmeno di far uscire le lacrime. Poi ti addormenti, sperando che il tuo sonno sia senza sogni, perché non puoi sopportare che ciò che ti succede di bello sia irreale, non puoi sopportare anche quella delusione al risveglio, perché potrebbe venirti voglia di non volerti più svegliare e tu lo sai, sai quanto quel pensiero sarà doloroso e allettante allo stesso tempo.

Ecco chi siamo noi depressi: siamo equilibristi. Viviamo in bilico tra la speranza e la disperazione. Siamo atleti, siamo forti e fragili allo stesso tempo. Può bastare poco per farci male, per farci desiderare di scomparire, eppure continuiamo imperterriti a sopravvivere e a vincere. Perché ogni giorno di vita di una persona depressa è una vittoria, anche se non ce ne rendiamo conto, anche se il resto del mondo non se ne accorge.

La depressione è una malattia che prima o poi passa, ma è lunga e dolorosa, le sole medicine non possono curare, aiutano, ma non bastano.

Ecco perché alla fine di tutto questo discorso io voglio ringraziare tutti quelli che hanno capito, tutti quelli che mi stanno vicino anche se è frustrante perché non sembra mai abbastanza, ma soprattutto ringrazio me stessa, lo faccio con determinazione, perché io sto combattendo e sono ancora qui e anche oggi, signori, io ho vinto.

 

 

 

 

 

 


1 commento

Belisardi Ivan · 3 Dicembre 2018 alle 23:21

Forza e coraggio,non arrenderti! non sarà facile e le mie parole (visto che non mi conosci) valeranno poco e niente però,ho letto la tua storia e ti posso dire SOLO di farti forza. Affronta la vita sempre a testa alta,sei una bellissima ragazza,si sente che sei solare e disponibile. FORZA E CORAGGIO.

P.s. Il letto è il migliore amico di chiunque,ama solo lui e nessun altro 😉

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