A tutti capita di sentirsi soli, ad alcuni più che ad altri, spesso succede anche quando non si è soli nel senso più letterale del termine.


Della mia depressione non faccio mistero perché spero che prima o poi venga accettata come qualsiasi altra malattia, senza che le persone sentano il bisogno di nasconderla, un po’ come non nascondiamo un’influenza o la rottura di una gamba.


Fatta questa doverosa premessa, ci tengo a spiegarmi come viene vissuta la solitudine dal punto di vista di una persona depressa, anche quando questa ha la fortuna di avere persone che la sostengono.


Una persona affetta da depressione non viene per forza isolata, ma questo non le impedisce di sentirsi sola, ne di non capire la particolarità di questa condizione.
A tutti gli effetti sa di non essere sola, ma ci si sente comunque, questo per svariate ragioni che cercherò di spiegarvi.
Innanzitutto una cosa che fa sentire me molto sola è la paura di diventarlo, un paradosso, ma io ho paura di appesantire così tanto gli altri da allontanarli.
Questo è dovuto sicuramente a traumi pregressi, ad esempio persone che con il tatto di un martello pneumatico mi hanno bollata come “pesante” senza troppi fronzoli, ma anche a una consapevolezza del peso del proprio dolore.
Qualcuno giustamente obietterà che i pesi in due o più si portano meglio, che bisogna almeno provarci, ma quando hai vissuto l’isolamento per anni diventa più complicato.
Che succede se l’altro si stanca di aiutarci a portare il suddetto peso e all’improvviso scappa, lasciandoti cadere sotto quel macigno, cogliendoti di sorpresa e lasciandoti dolorante e in stato di shock? Poi bisogna rialzarsi tutti ammaccati, riprendere a trascinarlo da soli, ma quel macigno se si ha dolore è molto più penoso da trasportare.


Ciò che rende difficile la condivisione delle sofferenze è anche che esse possano essere sminuite, a volte vengono sminuite dalla stessa persona depressa che in qualche modo percepisce di non essere la persona più sventurata su questa terra, ma ci si sente lo stesso. Questo la fa sentire in colpa, egoista, confusa. La persona si sente sola perché, pur vedendo tante persone accanto a sé, non riesce o ha paura di condividere il suo tormento interiore.


A questo si aggiunge la paura di non essere compresi e di intristire il prossimo: chi come me soffre di depressione nascosta, sorride ed spesso è pronto alla battuta, salvo poi ritrovarsi sfinito e da solo a piangere o in totale apatia, annichilito da un dolore a cui non sa dare un nome e un volto preciso.


Per questo vi posso solo chiedere di non promettere la vostra presenza se non siete sicuri di ciò che state dicendo, di non dare per scontato che una persona stia bene solo perché ride, di ricordarvi che spesso la persona depressa a cui gentilmente offrite aiuto, ha paura di disturbare, anche se se voi le avete detto di non preoccuparsene.


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