Clorinda Menguzzato nacque a Castello Tesino il 15 ottobre 1924.
Si unì nel luglio del 1944 alla Resistenza con il fratello, nella quale operò come staffetta e infermiera
Fece parte del battaglione Gherlenda della brigata Garibaldi, sezione Antonio Gramsci, col nome prima di “Garibaldina e poi di “Veglia” e, oltre a portare informazioni preziose per mantenere i collegamenti tra le formazioni partigiane in Trentino, partecipò anche alla conquista della caserma del Corpo di sicurezza trentino, dove vennero fatti prigionieri 55 militari fascisti e alcuni ufficiali tedeschi.
I tedeschi quindi organizzarono un rastrellamento per prendere i responsabili e Clorinda fu catturata assieme a un compagno, Gastone Velo, chiamato “Nazari”, mentre cercavano di recarsi per nascondersi in una casa di campagna di proprietà dei Menguzzato.
Clorinda non aveva ancora vent’anni, ma fu torturata e stuprata, fatta mordere dai cani dal capitano delle SS Karl Julius Hegenbart e dai suoi collaboratori, per farle rivelare le posizioni dei compagni.
Non solo non parlò, ma si disse che stremata dalle sevizie pronunciò queste parole: «Quando non potrò più sopportare le vostre torture, mi mozzerò la lingua pur di non parlare».
L’11 ottobre, capendo che non avrebbe tradito i suoi compagni, i tedeschi la fucilarono.
Venne insignita della Medaglia d’oro al valor militare.
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