Franca Viola è nata nel 1947 ad Alcamo, in Sicilia, figlia di due mezzadri.
Quando aveva 14 anni si era fidanzata con Filippo Melodia, un ragazzo benestante, nipote del mafioso Francesco Rimi.
Filippo venne però arrestato per furto e appartenenza a una banda mafiosa ed emigra in Germania. Il padre di Franca interruppe subito il fidanzamento. Al suo ritorno, Filippo e venne recluso per un breve periodo, ma, appena scarcerato, volle riprendersi ciò che credeva fosse suo, ovvero Franca. I genitori si opposero fermamente, nonostante le minacce di morte e l’incendio del loro vigneto, ma nulla fece cambiare idea alla coppia.
Il 26 dicembre 1965 Filippo Melodia si recò a casa dei Viola con una banda di 12 amici, distrusse tutto ciò che può, malmenò la madre di Franca e rapì la figlia e il fratellino che si era opposto attaccandosi alle gambe della sorella. Il bambino venne presto rilasciato e per Franca iniziò l’incubo.
Venne tenuta prigioniera prima in un casale abbandonato e poi a casa della sorella di Melodia stesso.
A nulla servono le lusinghe e le minacce di lui, lei non vuole saperne e rifiuta di mangiare. Dopo una settimana Franca venne violentata in stato di semi-incoscienza. Melodia contava sul matrimonio riparatore, in quanto la legge prevedeva che lo stupratore potesse essere scagionato se avesse sposato la propria vittima.
I genitori, pur di liberare la figlia, finsero di acconsentire a questa pratica indegna e riuscirono così a farsi dire dov’era nascosta Franca e il 2 gennaio 1966 la polizia riuscì a liberare Franca e ad arrestare Melodia e i suoi complici.
La legge italiana dell’epoca sosteneva che lo stupro fosse un reato contro la morale e non contro la persona. Tuttavia Franca preferì lo “status” di svergognata al matrimonio con chi aveva abusato di lei.
Al processo la difesa cercò di screditare la ragazza: Franca e Filippo avrebbero già avuto rapporti consenzienti e il rapimento sarebbe stata in realtà una “fuitina” per convincere i genitori di Franca al fidanzamento e che poi fosse stata la stessa Franca a cambiare idea. Arrivò a chiede una perizia per capire quando fosse avvenuta la deflorazione di Franca, cosa che il tribunale rifiutò.
La vicenda ebbe un enorme impatto mediatico che portò il Parlamento a riflettere sulla bontà della legge su matrimonio riparatore e che divise l’opinione pubblica che vedeva in questa legge l’opportunità di alcune coppie di potersi fidanzare, nonostante il diniego delle famiglie, oppure per quella che era: la consegna della vittima, come un oggetto, al suo carnefice.
Melodia fu infine condannato a 11 anno di carcere, ridotti poi a 10 con ulteriori anni di soggiorno obbligato a Modena. I suoi complici furono condannati a 5 anni e due mesi ciascuno.
Durante il processo Franca e la sua famiglia vissero in reclusione, continuamente sorvegliati, per evitare vendette da parte da parte della famiglia di Melodia.
Persino l’arciprete di Alcamo predicava che tutto il baccano che aveva provocato l’avrebbe resa una “zitella”. Fortunatamente le sue parole furono vane.
Franca sposò un amico di infanzia nel 1968, Giuseppe Ruisi, nonostante le resistenze di lei che temeva rappresaglie. Filippo Melodia aveva infatti minacciato di uccidere l’uomo. Il futuro marito dichiarò: “Meglio dieci anni di vita con te che tutta la vita con un’altra. Ebbero due figli.
Filippo Melodia fu ucciso da un colpo d lupara a Modena, sparato da ignoti due anni dopo essere stato scarcerato.
Purtroppo si dovette aspettare il 1981 perché il matrimonio riparatore fosse abolito dal codice penale, ma il coraggio di Franca diede a molte donne la forza di ribellarsi e denunciare i loro stupratori.
Vorrei concludere questo articolo con le parole di Franca Viola:
“Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.
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