Della giovinezza di Gaetana Stimoli non sappiamo molto, divenne tristemente famosa alle cronache solo alla fine del 1800.
Nel 1895 la comunità di Adernò, a poche miglia da Catania, era in subbuglio, le bambine e i bambini, dai 4 ai 6 anni d’età, sparivano o morivano dopo essersi sentiti male, in preda a spasmi e dolori.
I medici, le poche volte che venivano chiamati a visitare i piccoli, non avevano risposte e le morti venivano etichettate come naturali.
La mortalità infantile era alta all’epoca, chiamare un medico era considerato un lusso per pochi e con tutte queste morti e sparizioni così ravvicinate, in un territorio povero e dove è facile cadere nel tranello della superstizione, si cominciò a pensare che la colpa fosse di una strega.
Fino a che un bambino che presentava gli stessi sintomi degli altri, ma in maniera più lieve, fu salvato e raccontò di essersi sentito male dopo aver bevuto del latte a casa di una donna che gli aveva offerto dei dolci. La donna era Gaetana Stimoli.
Il medico chiamato a visitare il bambino riconobbe i sintomi di avvelenamento da fosforo.
Gaetana aveva 33 anni ed era sposata, aveva alle spalle due lutti, i suoi figli, che aveva perso pochi anni prima per cause naturali: non era mai stata sospettata.
Venne arrestata nella notte, di nascosto, pe evitarle il linciaggio da parte di suoi compaesani e durante l’interrogatorio prima negò tutto, poi, rendendosi conto di non avere via di scampo, confessò i 23 delitti di cui era accusata., tra le cui vittime c’era anche il figlio della sorella.
La donna disse di avere agito per vendicare i figli, morti secondo lei per effetto di una fattura, facendo soffrire alle madri del paese le sue stesse sofferenze.
Gaetana descrisse il suo modus operandi: adescava i bambini promettendo dei dolci, che offriva in quantità generosa non appena li faceva accomodare in casa sua. Quando ai bambini veniva sete, offriva loro un liquido che poteva sembrare latte alla vista, ma che n realtà era una soluzione di fosforo e linfa di Euforbia di Bivona, un prodotto tossico se ingerito.
Indicò ai gendarmi i luoghi dove aveva seppellito i cadaveri, ma solo dieci di questi vennero effettivamente ritrovati. Assieme a lei vennero arrestati il marito e altre sette persone, accusate di complicità e presunti stregoni.
Si pensò che la Stimoli potesse essere inferma di mente, ma le perizie effettuate non confermarono questa tesi: Gaetana era sana di mente e cosciente di ciò che aveva fatto e ne parlava in modo sadico.
Gaetana Stimoli venne quindi condannata a 30 anni di prigione e morì in carcere, senza mostrare mai segni di rimorso e di pentimento.


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